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Cosa si intende con Autoarchiviazione o Green OA?
Con autoarchiviazione o Green OA si fa riferimento a uno dei due modelli o strategie di pubblicazione in accesso aperto. Con il termine si intende l’autoarchiviazione, in un archivio istituzionale o disciplinare, della/e versione/i del lavoro, consentita/e dalle politiche dell’editore. L’alternativa al Green OA è il Gold OA.
Quando è consigliato il Green OA?
Praticare l’autoarchiviazione o Green OA è sempre suggerito. Tuttavia, se una pubblicazione è finanziata da un progetto europeo come H2020 o da altri finanziatori, può capitare che le politiche dell’editore stabiliscano un periodo di embargo, per la visualizzazione pubblica dell’articolo, che non è compatibile con le tempistiche indicate nei regolamenti dei finanziatori.
Ad esempio, nel caso in cui la rivista copra le scienze esatte o naturali, l’embargo stabilito da editori come Springer o Wiley è quasi sempre di 12 mesi, mentre l’embargo stabilito dal grant agreement di H2020 è di 6 mesi, mentre Horizon Europe non ammette tempi di embargo e richiede la pubblicazione immediata.
In questo caso, l’autore deve concordare con l’editore la possibilità di mantenere alcuni diritti, come l’autoarchiviazione o la possibilità di usare il proprio lavoro a fini didattici, al momento della stipula del contratto.
Se questa possibilità non viene prevista e ci sono degli obblighi OA da rispettare perchè la pubblicazione è finanziata, non rimane altra scelta che pagare l’APC richiesta dell’editore.
Nota: in questo caso verificare sempre se la rivista è inclusa in un eventuale contratto trasformativo o è coperta da un accordo stipulato dal CNR con l’editore, in modo da utilizzare le agevolazioni previste dal contratto/accordo stesso.
Perchè scegliere il Green OA
L’autoarchiviazione o Green OA presenta alcuni vantaggi importanti:
- non implica alcun pagamento – è GRATIS;
- permette agli autori di scegliere le sedi di pubblicazioni abituali e preferite;
- permette la pubblicazione su riviste considerate prestigiose ai fini della VQR e delle progressioni di carriera.
Cosa si intende con il termine versione consentita?
La versione consentita è la copia del lavoro che l’editore autorizza al deposito: preprint, postprint, versione finale pubblicata. Unitamente alle indicazioni sul deposito, l’editore stabilisce anche le tempistiche per la visualizzazione pubblica del lavoro. Per approfondire è suggerita la consultazione della sezione del sito dedicata a Sherpa-Romeo.
Cosa significa preprint nella terminologia OA?
Con il termine preprint o Submitted Version si intende la versione di un documento sottomessa per la pubblicazione su rivista scientifica o altra sede editoriale. E’ la versione dell’autore, non ancora accettata dall’editore nè sottoposta a peer-review.
Cosa significa postprint nella terminologia OA?
Con il termine postprint o Accepted Author Manuscript (AAM) si intende la versione di un documento già accettata dall’editore per la pubblicazione e già sottoposta a un processo di peer-review. Solitamente, il postprint è la versione del lavoro sottoposta a un periodo di embargo.
Cosa significa versione finale dell’editore nella terminologia OA?
Con il termine versione finale dell’editore o Version of Record (VoR) si intende la versione definitiva del lavoro pubblicata con il logo e nella forma grafica dell’editore.
Quando deve essere depositata la versione consentita?
Solitamente le tempistiche di deposito sono rese esplicite nei regolamenti o Policy istituzionali in materia di Open Access. In ogni caso, anche enti finanziatori come la Commissione Europea, raccomandano che la copia autorizzata sia depositata al momento dell’accettazione del lavoro da parte dell’editore o, al limite, al momento della prima pubblicazione che solitamente è la pubblicazione online.
Cosa è l’embargo?
L’embargo è il periodo temporale entro il quale un documento può essere depositato in un archivio istituzionale o disciplinare, ma non può essere esposto pubblicamente fino alla scadenza del periodo stesso.
Quali strumenti mette a disposizione il CNR per favorire l’autoarchiviazione?
Per favorire l’autoarchiviazione dei prodotti della ricerca, il CNR rende disponibile l’archivio istituzionale People, nel quale è possibile depositare i metadati e i file allegati. La produzione scientifica depositata in People è visibile a qualunque utente dal portale pubblico CNR ExploRA.
Quale versione di un lavoro è necessario depositare in People?
In People deve essere depositata la versione finale del lavoro pubblicata dall’editore, a scopo di conservazione e in funzione degli esercizi di valutazione della ricerca.
Deve inoltre essere depositata la versione open access del lavoro consentita dalle politiche dell’editore.
L’accesso pubblico alla versione finale pubblicata dall’editore è consentito solo per gli articoli pubblicati in accesso aperto.
Se l’articolo non è pubblicato in accesso aperto le versioni consentite per l’open access sono il preprint e/o il postprint, ma è necessario verificare su Sherpa-Romeo se possono essere depositate entrambe o soltanto una delle due e se l’editore ha stabilito dei tempi di embargo.
La scadenza dell’embargo in People non è gestita in modo automatico. Si prevede di risolvere questo problema?
La scadenza dell’embargo sarà gestita in modo automatico in una prossima release del sistema, che vedrà una riorganizzazione dei contenuti e delle funzioni.
Ci sono linee guida per il deposito in People?
Sono in corso di stesura le linee guida per il deposito in People in adempimento alle disposizioni contenute nella Policy istituzionale OA CNR, attualmente in corso di approvazione. Per utilizzare People, al momento, è possibile consultare il Manuale di gestione dei prodotti disponibile sul portale CNR, che fornisce le indicazioni bibliografiche utili alla compilazione dei campi. Inoltre, per favorire gli autori nelle procedure richieste dalla VQR 2015-2019, il Comitato Biblioteche CNR ha predisposto delle linee guida per il deposito in People e il conferimento dei prodotti.
Cosa sono le licenze Creative Commons?
“Le licenze Creative Commons sono contratti attraverso i quali il titolare dei diritti d’autore concede ad una generalità di soggetti indefiniti l’autorizzazione all’uso dell’opera. Il licenziante, dunque, non cede i propri diritti ma ne concede il godimento a terzi (licenziatari) a determinate condizioni. Le licenze CC si basano sul concetto di “some rights reserved”, in base al quale, il titolare decide quali diritti riservare e quali concedere in uso. Alla stregua delle condizioni generali di contratto, le licenze Creative Commons, seppure predisposte da un terzo (ossia dalla omonima organizzazione no -profit) e non da uno dei contraenti, esplicano la loro efficacia e quindi si ritengono regolarmente concluse al momento dell’utilizzo dell’opera secondo i termini dettati dalla specifica licenza adottata dal titolare dei diritti.” (Creative Commons – Italia)
Cosa è l’Addendum a un contratto editoriale?
L’addendum è un contratto addizionale che ha come scopo la modifica del contratto di pubblicazione e mediante il quale un autore può riservarsi alcuni diritti di riutilizzo della propria opera, ad esempio il diritto di riuso a scopi didattici o di deposito dell’opera stessa in un archivio istituzionale/disciplinare ad accesso aperto.